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Riepilogo dei fatti accaduti in merito all’aggressione e delle indagini dello stupro di Biella

7 giugno (mattina)
La donna, accompagnata dal figlio di 4 anni, va a controllare i lavori nell’appartamento in ristrutturazione in via Bertodano, Biella.
L’operatore, un muratore egiziano di 24 anni, chiude a chiave la porta e nasconde le chiavi, intrappolandoli all’interno.
Per diverse ore, l’uomo commette tre violenze sessuali, minacciando la vittima di morte con una fascetta da elettricista (“ti strangolo se ti ribelli”) e compiendo atti anche alla presenza del bambino.

7 giugno (pomeriggio)
Grazie al sangue freddo della donna, l’aggressore esce per comprare del cibo. Lei riesce ad avvicinare una guardia giurata e chiede aiuto. L’uomo, consapevole dell’arrivo delle forze dell’ordine, fugge dall’appartamento.

Post-fuga
Le Volanti e la Squadra Mobile di Biella intervengono immediatamente: repertano tracce nell’appartamento e ricevono la denuncia della vittima.
Il Pubblico Ministero ottiene la custodia cautelare in carcere dal giudice, nell’ambito delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Biella.

11 giugno (sera)
La Squadra Mobile, supportata da polizia scientifica, intercetta il muratore nell’hinterland milanese. Ancora in fuga, viene arrestato e trasferito in carcere a Biella.

16 giugno 
Si è tenuto l’interrogatorio di garanzia nel carcere di Biella. L’uomo, difeso dall’avv. Marco Cavicchioli, ha formalizzato la nomina del suo difensore. Il precedente legale d’ufficio, Maurizio Vigato, ha rinunciato

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